Odissea tecnologica

Quella scuola non era una scuola come tutte le altre. Si trovava in un luogo isolato all’interno di un boschetto, che di giorno i ragazzi attraversavano allegramente, ma di notte faceva abbastanza paura. Le aule erano all’ultimo piano del palazzo: quell’anno la scuola era stata appena inaugurata e c’erano solo dodici ragazzi di prima media, bravi e studiosi, ma forse un po’ troppo vivaci. I professori, a volte, si lamentavano del loro comportamento, però erano soddisfatti, perché studiavano ed erano simpatici e divertenti. In quella mattina di febbraio, cupa e silenziosa, in cui il cielo bianco non prometteva niente di buono, i ragazzi si trovarono a vivere un’avventura che non avrebbero più dimenticato. Durante la ricreazione, approfittando del fatto che la professoressa era occupata, entrarono nell’aula informatica. Sapevano che era proibito, ma erano molto annoiati e volevano andare su facebook e giocare con i videogiochi. Improvvisamente la luce si spense, ma incredibilmente i computer rimasero accesi e sugli schermi apparve il volto di un ragazzo con i capelli rosso fuoco e un cappello verde e nero con un punto di domanda.

- Ciao! Sono il Cuore della Tecnologia Nera – disse con un ghigno malefico – e siete fortunati perché vi ho scelto per giocare ad un nuovo, fantastico, emozionante videogioco. Il più spettacolare di tutti!

Come se ubbidissero ad un ordine silenzioso del Cuore, i cavi dei computer presero vita, avvolsero i ragazzi e li trascinarono nello scanner, che li trasferì all’interno del sistema. Molti di loro erano terrorizzati, anche se qualcuno era emozionatissimo, perché si sentiva sul punto di vivere la più grande avventura della sua vita. Vennero così trasportati da un vortice di numeri, lettere e dati che li fece fluttuare nel cyberspazio. Alla fine si ritrovarono nella schermata principale del videogioco.

- Benvenuti nel labirinto magico – annunciò una voce metallica – non avete scelta: dovrete vincere o soccombere!

I ragazzi non ebbero nemmeno il tempo di spaventarsi, perché davanti a loro si materializzò un muro che sembrava invalicabile: da sopra un drago sputava hamburger infuocati. Cominciarono a schivarli, ma si resero conto che non potevano resistere a lungo: dovevano fare qualcosa. Una di loro perse l’equilibrio, si poggiò al muro e fece attivare un meccanismo che aprì l’ingresso di un passaggio segreto: si vedeva solo un lungo interminabile tunnel buio, ma i ragazzi non avevano scelta e così si avviarono. Dentro era umido e freddo e ad un certo punto il pavimento cominciò a muoversi sempre più velocemente, finché divenne quasi impossibile reggersi in piedi. Improvvisamente si aprì una voragine: alcuni ci caddero dentro e solo in sei riuscirono a saltare.

- Bravi, ce l’avete fatta! – ghignò la voce – Ora se volete salvare i vostri amici, dovete superare il prossimo livello.

Ci fu un’esplosione di luce e si ritrovarono in un bellissimo giardino assolato, pieno di fiori e piante.

- Questo deve essere un livello facilissimo – disse una sorridendo.

Ma venne subito smentita, perché nel prato si aprirono delle crepe profonde, da cui si levarono delle alte fiamme. Tutti correvano all’impazzata e due di loro caddero in una crepa e scomparvero. Poi, quasi per caso, una strappò un fiore e dal terreno si sprigionò un violento getto d’acqua.

- Per superare il livello – urlò la ragazza – dobbiamo cogliere tutti i fiori. Presto, diamoci da fare!

Così fecero e in pochi istanti il prato infuocato divenne una placida distesa d’acqua.

- Complimenti! Ora vi aspetta l’ultimo e decisivo livello.

Erano rimasti in quattro: due maschi e due femmine. Coraggiosamente si tuffarono e nuotarono verso una luce che brillava sul fondo, giunsero così davanti al relitto di una nave.

- Presto, entriamo! – disse uno che incredibilmente riusciva a respirare e a parlare sott’acqua.

Si ritrovarono in una stanza buia, piena di alghe e con il pavimento melmoso. Improvvisamente si accese una luce accecante e davanti a loro si materializzò Cuore.

- Siete stati bravi a giungere sin qui – disse con voce agghiacciante – e ora dovete affrontare lo scontro finale.

Dal pavimento emerse un gigantesco polipo nero come la pece che attaccò i ragazzi: cercarono di scappare, tre di loro però vennero afferrati dai suoi tentacoli e solo una riuscì a divincolarsi. Fu proprio lei ad avere l’intuizione vincente: bisognava distruggere il Cuore della Tecnologia Nera. Si lanciò contro di lui e lottò per la sopravvivenza con tutte le sue forze, ma quell’essere malefico era troppo potente e sembrava indistruttibile. Alla fine Cuore la gettò a terra e cominciò a stringerle il collo sempre più forte: quando ormai la ragazza pensava di essere sul punto di morire, si scatenò una tempesta virtuale che la trascinò via e fece dissolvere il mostro tecnologico. I ragazzi si ritrovarono nell’aula d’informatica e davanti a loro c’era la professoressa con la spina del computer in mano.

- Non mi intendo molto di tecnologia – disse – mi sembrava però che stesse accadendo qualcosa di molto strano e visto che non riuscivo a spegnere il PC, ho pensato di staccare la corrente: che dite, ho fatto male?

I ragazzi l’abbracciarono calorosamente, anche se lei non avrebbe mai capito perché.

La Tecnologia Nera non potrà mai prendere il sopravvento, finché l’uomo avrà la forza di staccare la spina.

 

Istituto comprensivo Bravetta – Classe I D plesso Via Longhena insegnante Laura Caneva

Lista "Eco fiabe"
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