In una fredda mattina di gennaio, mentre Tonio il boscaiolo si apprestava a colpire con la sua ascia un grosso faggio, l’albero incredibilmente cominciò a parlare.
- Perché mi vuoi uccidere? – disse spaventato – Ti ho forse fatto qualcosa di male? A che ti serve tagliare gli alberi?
- Non ci posso credere, parli! – ringhiò il boscaiolo – Ma non sarà questo a fermarmi! Ho già tagliato tanti alberi e non ti salverai nemmeno tu!
Così dicendo Tonio sollevò l’ascia per colpire il tronco, ma accadde qualcosa di veramente stupefacente: da un ramo si sprigionò un raggio di pura energia, che incenerì l’ascia ed aprì sul terreno una porta magica.
- Ora ti farò conoscere il futuro! – esclamò l’albero.
Poi afferrò il boscaiolo e attraversò la porta con un salto.
Al posto del bosco c’era una città fatta di palazzoni grigi e tristi. Le ciminiere delle fabbriche sputavano i loro veleni in un cielo buio e le persone, pallide e con lo sguardo fisso, si aggiravano per le strade come degli zombie. C’erano pochi animali, magri e sofferenti.
Tonio, sconvolto, non sapeva dove andare e vagò a lungo senza meta. Alla fine giunse in un vicolo dove c’era un alberello rinsecchito, l’unico rimasto in città. Il boscaiolo si avvicinò commosso, lo abbracciò e pianse. Le sue lacrime, come per magia, fecero crescere immediatamente l’albero alto e rigoglioso e nel cielo apparve un arcobaleno luminosissimo.
Tonio, che aveva capito quello che c’era da capire, venne riportato al presente.
Si ritrovò nel bosco con il braccio sollevato pronto a colpire, nella stessa identica posizione di quando tutto era cominciato. Rimase in attesa per alcuni minuti delle parole dell’albero che però non parlava più. Poi, senza alcuna esitazione, gettò a terra l’ascia e tornò a casa.
Da qual giorno cambiò vita e andò nel bosco solo per piantare nuovi alberi.
Classe IV A (2011 - 2012) - 195° circolo didattico - plesso E. Loi