Una volta un re cacciava in una grande foresta e dopo aver inseguito a lungo un cervo si accorse di aver smarrito la via del ritorno. D’un tratto giunse nelle vicinanze di un lago che non aveva mai visto e mentre si stava rinfrescando, la superficie dell’acqua cominciò a ribollire sempre più forte, finché emerse un bellissimo unicorno alato, che volando lasciò dietro di sé una scia di polvere d’oro, che in un istante si trasformò in un ponte, di tutti i colori dell’arcobaleno, sospeso verso l’orizzonte. In un primo momento il re, sbalordito, non riusciva nemmeno a muoversi, poi però, guardò l’unicorno negli occhi ed immediatamente la paura svanì dal suo cuore: senza perdere altro tempo, saltò in groppa a quella fantastica creatura, che spiccò il volo lungo il sentiero magico dell’arcobaleno. Incredibilmente, contro tutte le regole delle fisica, con un balzo prodigioso, l’unicorno attraversò l’orizzonte, trasportando il re in un’altra dimensione. Era un mondo meraviglioso dove la legge di gravità non esisteva e tutto era sospeso nell’aria. Le case, coloratissime, erano fatte di foglie e fiori e le persone camminavano tranquillamente sulle nuvole e riuscivano a coprire d’un balzo grandi distanze. L’aria era pulitissima ed era un piacere respirarla, perché non c’era nessun tipo di inquinamento. L’unicorno dopo aver fatto visitare al re in lungo e in largo quel luogo fantastico, lo portò da un vecchio folletto saggio, che stava seduto davanti al fungo in cui abitava. Era piccolo e magro, con una lunga barba bianca e teneva in mano un bastone di legno di quercia con in cima un cristallo sfavillante. Quando il re si avvicinò, il folletto iniziò a parlare lentamente.
- Qui da noi – disse – regna la pace da secoli, perché abbiamo imparato a rispettarci ed aiutarci l’un l’altro. Non cacciamo gli animali e non distruggiamo la natura, perché sappiamo che solo così è possibile vivere in armonia. Tu che sei un re, dovresti saperlo, ma ti preoccupi di queste cose nel tuo mondo?
Il re chinò il capo e diventò rosso per la vergogna: pensava solo alla ricchezza e al potere, senza rendersi conto dei danni che causava al suo regno. Ma ora finalmente aveva capito e così l’unicorno lo riportò al suo castello. Da quel giorno il re dedicò la sua vita a rendere il suo mondo migliore. Sperava che prima o poi anche il suo castello riuscisse a vincere la forza di gravità e a librarsi al di sopra delle nuvole.
V C Ist. Comprensivo Bravetta Plesso E. Loi insegnante Emma Paludet